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In queste lezioni dei primi anni sessanta, Peter Szondi sottopone l'Estetica di Hegel (nella tradizionale e sempre più discussa redazione propostane dall'allievo Heinrich Gustav Hotho) a un'accurata analisi testuale. Suo intento è mostrare come essa non si smarrisca affatto in un'astratta filosofia del bello, né tantomeno proponga un'improbabile assiologia normativa, ma cerchi piuttosto di intendere dialetticamente la dinamica interna dell'opera d'arte - soprattutto letteraria - nel suo concreto divenire storico. Il percorso di Szondi è concepito dunque come un'introduzione alla lettura e alla comprensione del testo hegeliano, e come un'interpretazione dei suoi nodi tematici fondamentali per il canone estetico: il "carattere passato" dell'arte e il significato problematico del "classico".